L’uomo non è una specie ecosostenibile. Nelle sue azioni non si preoccupa delle conseguenze ambientali o del rispetto della natura e delle altre specie viventi. Quante persone, durante un acquisto o un viaggio, considerano la propria impronta ecologica? Quante persone si preoccupano delle risorse naturali che utilizzano o sprecano, della quantità di gas ad effetto serra che emettono con le loro attività o di quanti rifiuti producono? Affinchè la risposta a queste domande non sia più “mai”, sono necessarie nuove strategie che spostino l’attenzione delle persone da loro stesse all’ambiente, per poter incrementare la nostra ecosostenibilità.
È con questo scopo che negli ultimi anni, le filiere produttive hanno iniziato ad adottare politiche ambientali più sostenibili. È aumentato l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e l’impiego efficiente delle risorse, si è incentivata l’economia circolare e le pratiche del riciclo e riutilizzo, ed è stata promossa la mobilità sostenibile, con lo scopo di conservare e tutelare il territorio.
Per misurare l’efficacia delle azioni messe in atto, si utilizzano gli indici di sostenibilità ambientale:
Sempre con l’intento di proteggere l’ambiente e rendere le attività umane più sostenibili, nel 2015 i paesi membri dell’ONU hanno firmato l’Agenda 2030. Come spiegato nel precedente articolo, l’agenda contiene 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), tre dei quali specifici per la sostenibilità ambientale: l’Obiettivo 13, “Agire per il Clima”, il 14 “La vita sott’acqua” ed il 15 “La vita sulla terra”.
L’SDG 13 si occupa in modo ampio della crisi climatica. Il suo fine è quello di promuovere delle azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico e le sue conseguenze, e per rafforzare la resistenza e la capacità di adattamento dei paesi. Le nazioni sono chiamate ad adottare misure di protezione del clima nelle politiche nazionali, prestandosi reciproca assistenza. Per i paesi sviluppati, è previsto l’impegno a mobilitare fondi monetari per aiutare i paesi in via di sviluppo nell’adattamento alla crisi climatica. Inoltre, l’obiettivo ha l’intento di migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità istituzionale in materia di adattamento, mitigazione e riduzione di impatto ambientale.
In maniera analoga, gli altri due SDG si occupano nel dettaglio della protezione degli ecosistemi marini e terrestri, promuovendo un uso durevole delle risorse naturali. Il loro scopo è quello di ridurre tutti i tipi di inquinamento marino e l’acidificazione dei mari, e di bloccare le attività di pesca eccessiva, distruttiva, illegale e non regolamentata. Sulla terra, invece, si vuole bloccare la deforestazione ripristinando le foreste degradate, limitare la desertificazione, invertire il degrado del suolo e arrestare la perdita di biodiversità, ponendo anche fine al bracconaggio ed al traffico di specie animali e vegetali protette.
Mentre gli stati si impegnano per rispettare l’Agenda 2030, anche noi nella nostra quotidianità possiamo fare qualcosa. È possibile iniziare ad acquisire consapevolezza sulle conseguenze che le nostre azioni hanno sull’ambiente, e su come cambiare nel tempo, le nostre abitudini per limitare gli impatti negativi.
Le risorse della Terra non sono infinite. È fondamentale utilizzarle in modo responsabile così da soddisfare i nostri bisogni, senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro necessità. Bisogna imparare a preservare le risorse naturali ed utilizzarle senza sprechi, nel rispetto degli ecosistemi e della biodiversità. A vivere in armonia con l’ambiente, poiché un mondo più pulito è un mondo migliore per tutti.
FONTI
https://corporate.enel.it/it/storie/a/2020/04/sostenibilita-ambientale
https://www.aics.gov.it/home-ita/settori/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/