Vi siete mai chiesti come fanno gli scienziati ad affermare che stiamo vivendo una crisi climatica? Oppure da dove ottengono i dati per studiare il clima del passato? Le risposte a queste domande le troviamo nella paleoclimatologia.
La paleoclimatologia è una disciplina scientifica che si occupa di ricostruire, attraverso studi ed analisi, il cambiamento climatico della Terra nel corso del tempo. [1] È proprio studiando il clima del passato che si comprende come, il clima, cambia nel tempo e quali sono state le cause di tali cambiamenti. Questo ci aiuta a chiarire meglio cosa sta accadendo nel presente e cosa potrebbe accadere nel futuro.
Le informazioni sul clima si trovano all’interno di materiali naturali, di origine biologica o geologica, detti archivi paleoclimatici. Le loro caratteristiche chimico-fisiche e biologiche, definite indicatori climatici o proxy, sono utilizzate per ricostruire le condizioni atmosferiche del passato. [1] Esempi di tali archivi sono gli anelli degli alberi, le strutture scheletriche dei coralli, il ghiaccio nelle calotte polari e nei ghiacciai ed i sedimenti di laghi ed oceani. [2]
Gli alberi, a seconda del tipo, sono in grado di crescere per centinaia o per migliaia di anni. Per ogni anno di vita, al loro tronco si aggiunge un anello, il cui spessore varia a seconda della temperatura atmosferica e delle precipitazioni annuali. Studiando questo archivio climatico, gli scienziati hanno ricostruito l’andamento dell’umidità e della temperatura degli ultimi 14mila anni. [4]
Studiando le conchiglie che si ritrovano sotterrate nei fondali marini, si può risalire alla composizione chimica delle acque ed alla sua temperatura. [3] Anche studiando la composizione chimica dei coralli è possibile ricostruire l’andamento della temperatura delle acque marine e la sua salinità. Infatti, man mano che crescono, nello scheletro dei coralli si formano strati di carbonato di calcio di colori diversi. Il colore varia a seconda della stagione in cui è cresciuto. Avremo una sfumatura più scura d’inverno mentre, al contrario, una sfumatura più chiara in estate.Questo processo aiuta la ricostruzione temporale dei dati ottenuti. In ogni caso, l’arco temporale ricostruibile è più breve rispetto a quello ottenuto dagli altri archivi. Questi dati vengono così utilizzati nello studio dei fenomeni a breve termine, come quello del El Niño e La Niña: correnti oceaniche del Pacifico che hanno un tempo scala di anni o decadi. [4]
Un archivio paleoclimatico molto comune sono i sedimenti: strati di materiale geologico depositati nei fondali di laghi, oceani o sulla terraferma. Contengono come proxy polline, resti di piante, alghe, molecole fossili e piccoli organismi. [4]
A questo proposito troviamo, come archivio paleoclimatico, le carote di ghiaccio. Al loro interno si trovano intrappolate delle bolle di aria che contengono gas e particolato atmosferico. Studiando la composizione chimico-fisica di tali elementi, si ottengono informazioni sulla temperatura, sulle precipitazioni, sull’attività vulcanica e sulle correnti dei venti dell’era geologica in cui lo strato di ghiaccio si è formato. [3] Le carote studiate in Groenlandia ed in Antartide hanno permesso la ricostruzione del clima fino a 800 mila anni fa. Da queste carote di ghiaccio si sono ottenuti dati quantitativi sui gas ad effetto serra nell’atmosfera, oltre che ed informazioni sulle loro variazioni temporali. Confrontando questi dati con quelli contemporanei a partire dalla rivoluzione industriale, possiamo capire la crisi climatica attuale e le sue cause. [4]
Gli studi paleoclimatici dimostrano come il cambiamento continuo del clima terrestre. Si passa da periodi freddi, detti ere glaciali, a periodi di riscaldamento, detti ere interglaciali. Inoltre, tramite questi studi, si è potuto comprendere quali fattori di origine naturale causano ed influenzano tali cambiamenti. Questo processo ha permesso agli studiosi di creare dei modelli climatici. Questi modelli sono fondamentali per capire il clima del presente e per poter costruire dei modelli sulle possibili evoluzioni future. [3]
Tutto questo dovrebbe farci riflettere ulteriormente su quanto il pianeta Terra e la sua natura siano importanti per la nostra vita e per tutte le storie che sono in grado di custodire.
FONTI
[1] http://www.ingv.it/it/ricerca/temi-di-ricerca/ricerca-ambiente/paleoclima
[2] https://www.ncdc.noaa.gov/news/what-paleoclimatology
[3] https://www.nationalgeographic.org/encyclopedia/paleoclimatology-RL/
[4] https://www2.usgs.gov/landresources/lcs/paleoclimate/archives.asp