L’estate è ormai vicina e, purtroppo, anche quest’anno ci ritroveremo a dover osservare individui che, spaventati dalle meduse, le catturino e le trascinino a riva, facendole morire al sole o addirittura infliggendo loro ulteriori sevizie – come bucarle con un bastoncino o calciarle come se fossero palle.
Ad essere estremamente tragico non è solamente il comportamento che già di per se è violento e crudele, ma anche il fatto che venga spesso perpetrato da bambini, dietro suggerimento dei genitori. Sin da piccoli, infatti, ai bambini viene inculcata questa estrema paura per le meduse e soprattutto l’idea secondo cui comportarsi in questo modo con esse – cioè prenderle e lasciarle morire al sole – sia giusto. Inculcare tutto questo, comporta che i bambini arrivino ad una tragica conclusione fortemente antropocentrica – che poi è anche uno dei fattori alla base della distruzione del nostro Pianeta: l’uomo è padrone del mondo, quindi è legittimato a uccidere barbaramente e senza motivo un altro essere vivente, perché questo è inferiore, addirittura oggetto di diletto e sacrificabile per le esigenze umane. Anche questo contribuisce a non far empatizzare i bambini con gli altri animali che non siano cani o gatti: ecco perché purtroppo non c’è più da sorprendersi quando in spiaggia li osserviamo, divertiti ed entusiasti, raccogliere nei secchielli colorati le meduse e infliggere loro le peggiori torture – sempre sotto lo sguardo indifferente e non curante dei genitori.“Tanto sono bambini…”, dicono. Certo, ma bambini che cresceranno e diventeranno adulti – probabilmente ancora incivili e non curanti della sofferenza animale.
Il ruolo fondamentale delle meduse è quello di “mescolare le acque”: con la loro elegante fluttuazione, infatti, trascinano le sostanze nutritive – fondamentai per tutto l’ecosistema marino – dai bassi fondali verso l’alto. In più, recenti studi hanno dimostrato come questi esserini che l’uomo si diverte ad uccidere per divertimento, siano in realtà in grado di assorbire grandi quantità di CO2, contribuendo quindi ad “arginare” il surriscaldamento globale.
Proprio per l’importante ruolo che esse svolgono, la loro uccisione costituisce reato ex art. 544 ter del Codice Penale:
“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
Il Legislatore parla in generale di «animali», quindi questo, a seguito anche di una sentenza della Corte di Cassazione, ha permesso di estendere la disciplina prevista dall’articolo anche all’uccisione delle meduse, la quale, trattandosi di maltrattamento sugli animali, è un reato, punibile addirittura con la reclusione.
Attenzione, però: il suddetto articolo estende la punibilità anche a chi cattura – e quindi uccide – granchi e stelle marine.
La cosa più immediata e semplice da fare è ovviamente allontanarsi dal punto d’incontro, per evitare di essere punti. Ricordiamoci che siamo noi ad aver invaso il loro spazio vitale – il mare – e non il contrario, quindi siamo noi a doverci adeguare alle loro esigenze.
Tuttavia, nel caso in cui ci si dovesse trovare in serie difficoltà, è possibile sempre rivolgersi alla Guardia Costiera, attraverso il numero d’emergenza 1530. Altro comportamento importante da adottare è quello “di sensibilizzazione”: quando ci capita di vedere bambini o adulti tirare fuori dall’acqua una medusa, non restiamo inerti, ma interveniamo, cercando di spiegare – gentilmente, se riusciamo! – non solo l’importanza delle meduse per l’ecosistema, ma anche quanta barbaria ci sia dietro un comportamento del genere. L’ignoranza e l’apatia della gente si combattono solamente con l’informazione e la sensibilizzazione: una persona che viene messa davanti alla crudeltà, spietatezza e illiceità del suo comportamento, se possiede un briciolo di raziocinio e coscienza, non lo adotterà una seconda volta.