Negli ultimi anni stiamo osservando una maggiore sensibilità delle persone verso tutti quei temi che non solo riguardano l’ambiente, ma anche gli animali: infatti, grazie ad una maggiore e più attenta informazione e all’operato delle associazioni animaliste, si sta facendo sempre più luce sulla crudeltà che domina gli allevamenti intensivi nonché il mondo della sperimentazione animale. Ed è proprio sulla sperimentazione animale, in particolare in ambito cosmetico, che vogliamo fare una riflessione.
Quando parliamo di “sperimentazione animale” intendiamo sostanzialmente l’utilizzo di animali a scopo di ricerca non solo scientifica, ma anche cosmetica. Con questa tipologia di ricerca scientifica, gli animali vengono utilizzati in laboratorio per consentirci di avere prodotti di utilizzo quotidiano, come creme, saponi e detersivi per la casa “sicuri”.
Come possiamo immaginare, è una tipologia di ricerca estremamente dolorosa per gli animali, in quanto essi non solo vengono strappati dal loro habitat naturale, ma i vari esperimenti a cui vengono sottoposti (che prevedono iniezioni, inalazioni, test di irritazione cutanea) sono spesso effettuati senza anestesia, con la conseguenza che gli animali percepiscono perfettamente il dolore.
Per gli studi in ambito scientifico gli animali vengono utilizzati tutt’oggi, anche se con molte restrizioni imposte a seguito della Direttiva europea n. 62/2010, mentre in ambito cosmetico le cose sono ben diverse: l’uso di animali per testare i prodotti finiti e le materie prime è infatti vietato dal 2009. Il Regolamento Europeo n. 1223/2009, entrato pienamente in vigore nel marzo 2013 in tutti gli Stati membri, esordisce innanzitutto con la definizione del “prodotto cosmetico”, definito come “qualsiasi sostanza o miscela di sostanze destinate ad essere applicate sulle superfici esterne del corpo, sui denti o sulle mucose della bocca, al solo scopo di pulirli, profumarli o proteggerli […].”
Il Regolamento continua poi disciplinando una serie di questioni relative alla vendita e alle procedure di realizzazione del prodotto stesso, come l’etichettatura, le sostanze ammesse e quelle vietate, e ovviamente la sperimentazione animale. A questo proposito, come già anticipato precedentemente, il Regolamento vieta l’utilizzo degli animali sul territorio europeo al fine di testare sia i prodotti finiti, che gli ingredienti in esso contenuti; allo stesso modo, vieta le importazioni in suolo europeo sia di prodotti finiti sia di prodotti contenenti ingredienti testati all’estero sugli animali.
In altri termini l’Europa ha vietato non solo ai produttori europei di testare in suolo comunitario i loro cosmetici sugli animali, ma anche le importazioni di prodotti cosmetici che all’estero siano stati testati sugli animali.
L’abbandono dei test sugli animali almeno in ambito cosmetico, è stato reso possibile grazie ai progressi della Ricerca: ad oggi, infatti, sono disponibili innumerevoli ed efficienti sistemi di studio delle sostanze che non prevedono l’utilizzo di animali, sostituiti da modelli in vitro o di pelle umana. Ecco perché testare i cosmetici sugli animali è ormai una pratica obsoleta, che provoca un’inutile sofferenza agli animali, ma che nonostante ciò continua ad essere perpetuata fuori dall’UE per una questione meramente economica.
Nonostante il Regolamento citato ci garantisca che tutti i prodotti cosmetici che noi acquistiamo non siano testati sugli animali in suolo comunitario, purtroppo questo non significa però che tutte le aziende siano etiche sotto questo punto di vista. Molti Paesi esteri come la Cina, infatti, richiedono che per la commercializzazione del prodotto finale, questo e i suoi ingredienti siano obbligatoriamente testati sugli animali. Tutte quelle aziende europee che vogliono esportare in questi Paesi dovranno quindi necessariamente conformarsi a tale obbligo e effettuare test sugli animali.
Ecco quindi che al consumatore consapevole risultano essere davvero utili le più diffuse certificazioni cruelty-free “ICEA – Leaping bunny” e “PETA – Cruelty Free and vegan”, le quali garantiscono la piena eticità delle aziende aderenti. Entrando più nel dettaglio, queste certificazioni ci danno tre garanzie fondamentalii:
In conclusione, possiamo dunque affermare che acquistare in modo consapevole ed etico un cosmetico è possibile, grazie non solo alle garanzie dateci dall’Europa, ma anche alle Certificazioni citate. Bisogna solo scegliere quale brand acquistare e quale no: a tale fine può giovare la lettura della lista dei brands cruelty-free e della lista dei brands che ancora oggi testano sugli animali.