Il settore turistico rappresenta uno dei settori più remunerativi al mondo. Infatti, corrisponde al 10% del PIL e dell’occupazione del pianeta. Solo nel 2019, si sono contati circa 1,5 miliardi di turisti nel mondo e bisogna sempre considerare che, ogni viaggio, ha un impatto sull’ambiente, sulla società e sull’economia della destinazione turistica.
Per limitare le conseguenze negative che l’attività turistica può avere, a fine degli anni 80 l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) ha introdotto il concetto e la pratica di Turismo Sostenibile. La prima definizione dell’OMT lo descrive come quelle attività turistiche che “si sviluppano in modo tale da mantenersi vitali in un’area turistica per un tempo illimitato, non alterano l’ambiente (naturale, sociale ed artistico) e non ostacolano o inibiscono lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche”. Negli anni il concetto di turismo sostenibile è stato caratterizzato da nuove terminologie e definizioni, ampliando il suo ventaglio di attività.
La nascita del turismo sostenibile è strettamente legata al concetto di sostenibilità e di sviluppo sostenibile: la forma di sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni presenti senza compromettere la capacità di quelle future di soddisfare le loro necessità.
Questa attività si inserisce proprio come strategia di sviluppo, appartenendo al settore dell’industria culturale ed essendo un’importante fonte di reddito per le economie nazionali. Infatti, nel 1975 l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO) propone l’attività turistica come potenziale strumento per lo sviluppo delle aree in recessione economica e per i paesi in via di sviluppo. L’altro lato della medaglia ha visto l’affermarsi del turismo di massa, una modalità per cui molte persone si riversano nello stesso luogo, sovraffollando e creando i cosiddetti hotspot turistici. Basandosi su un sistema d’offerta fondato sulla quantità piuttosto che la qualità e un monitoraggio inconsistente del livello di sostenibilità della destinazione, ciò comporta anche uno scarso interesse e disattenzione del turista riguardo il proprio impatto sulla destinazione stessa. L’obiettivo è quello di ridimensionare questa tipologia di turismo in favore di una pratica sostenibile. Promuovere, cioè, un turismo nel quale il turista si preoccupi dell’ambiente, dell’economia e della società della destinazione turistica.
L’auspicio è quello di programmare operazioni economiche su lungo termine che apportino benefici a tutti tramite un’equa distribuzione dei guadagni, attuare un uso ottimale delle risorse ambientali e antropiche come elemento di attrattività turistica garantendone la conservazione, il mantenimento e l’interpretazione, e rispettare l’autenticità socioculturale al fine di conservare le tradizioni, i valori e contribuire al principio di interculturalità e tolleranza.
Il turismo sostenibile entra, perciò, a far parte integrante anche dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Complementare a tutti gli obiettivi, diventa esplicito nell’obiettivo 8 per il lavoro e la crescita economica come mezzo per la creazione di posti di lavoro e per la promozione della cultura e prodotti locali. Inoltre, lo si trova anche nell’obiettivo 12, utilizzato come riferimento per assicurare dei modelli di consumo e produzione sostenibili e, infine, nell’obiettivo 14. In questo caso, è visto come uno strumento per aumentare i benefici economici di piccoli stati-isola in via di sviluppo attraverso l’uso sostenibile delle risorse marine.
Tuttavia, nonostante il nostro impegno, il turismo non potrà mai essere una pratica sostenibile al cento per cento. D’altra parte, in base alle nostre scelte ed alle nostre azioni potremmo ridurre il nostro impatto sulla destinazione, qualunque essa sia, riformulando una domanda turistica basata su presupposti più sostenibili.
Non è però solo responsabilità del turista la sostenibilità della vacanza. La gestione della destinazione ha una forte influenza: la presenza di imprenditori locali o di multinazionali, l’impiego di lavoratori locali non sovrasfruttati o di lavoratori esteri sottopagati, l’utilizzo di risorse locali o di importazione, la gestione dei rifiuti, delle risorse e la fruizione delle attrattive culturali. Di conseguenza, da una parte risulta necessario creare un sistema locale nella destinazione turistica che garantisca una fruizione sostenibile della meta e dall’altra, nel momento in cui organizziamo le nostre vacanze, dovremmo privilegiare destinazioni e strutture ricettive attente a questa tematica.
Come? Seguendoci nel prossimo articolo!
Fonti:
https://www.aics.gov.it/home-ita/settori/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/
Weaver, D. W. (2006). Sustainable Tourism: Theory and Practice. Oxford: Elsevier Butterworth-Heinemann.