I mari e gli oceani svolgono molte funzioni di grande importanza per il nostro benessere e quello del Pianeta. In particolare, contribuiscono in maniera determinante alla lotta contro la malnutrizione e l’insicurezza alimentare. D’altro canto, gli ostacoli da affrontare non sono pochi né irrilevanti…
Pochi giorni fa, più precisamente martedì 8 giugno, si è celebrata la Giornata Mondiale degli Oceani: ricorrenza annuale volta ad accrescere la consapevolezza riguardo ai molteplici benefici apportati dagli oceani e ad incoraggiare l’adozione di comportamenti e stili di vita che possano salvaguardarne la sostenibilità. Quella di quest’anno è un’edizione speciale perché, il 2021, segna l’inizio del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile. Iniziativa proclamata dalle Nazioni Unite per favorire la cooperazione internazionale su un programma comune di ricerca e innovazione tecnologica a supporto dell’Agenda 2030. Quale migliore occasione per approfondire la centralità dei mari e degli oceani per lo sviluppo sostenibile?
Gli oceani sono il più grande ecosistema terrestre e svolgono innumerevoli funzioni di grande importanza per il benessere del pianeta e degli esseri umani. Per citarne solo alcune: gli oceani producono più della metà dell’ossigeno a noi disponibile, assorbono 50 volte tanta anidride carbonica dell’atmosfera, svolgono un’azione regolatrice sul clima e sugli eventi meteorologici, trasportando il calore da una zona all’altra del Pianeta e, infine, garantiscono una fonte di sostentamento alle milioni di persone in tutto il mondo impiegate in attività che dipendono direttamente o indirettamente dagli oceani.
Cruciale ai fini del nostro progetto editoriale dedicato al cibo e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è il ruolo delle risorse marine per la sicurezza alimentare e la salute umana. Il raggiungimento dell’SDG 14 (Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile) è strettamente legato a quello dell’SDG 2, che si prefigge di eliminare la fame e la malnutrizione e di garantire la sicurezza alimentare, e all’SDG 3, il cui obiettivo è invece quello di assicurare salute e benessere a tutta la popolazione mondiale.
I prodotti ittici occupano un posto di rilievo nella nostra alimentazione. Nonostante l’apporto calorico del pesce sia limitato, esso fornisce a più 3 miliardi di persone a livello globale il 20% del loro consumo medio di proteine animali. Questa percentuale è ancor più elevata nei paesi in via di sviluppo ed, in particolare, nei piccoli stati insulari (i cosiddetti small island developing states), dove può superare il 50%.
Inoltre, i prodotti ittici hanno una concentrazione particolarmente elevata di alcuni nutrienti fondamentali per una dieta sana, tra cui gli acidi grassi (come gli Omega-3) e micronutrienti quali lo iodio, la vitamina D, il ferro e il calcio. Un apporto adeguato di questi elementi contribuisce, ad esempio, al normale sviluppo neuronale e cognitivo, al rafforzamento del sistema immunitario e alla crescita di ossa sane. Un’analisi condotta dall’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanita` sottolinea che, gli studi scientifici più recenti, stanno evidenziando l’esistenza di numerosi altri benefici degli oceani sulla salute umana, oltre a quelli legati direttamente al consumo di prodotti ittici. Ad esempio, si è riscontrato un maggiore benessere psico-fisico nelle comunità costiere, le quali sembrano essere meno vulnerabili a disturbi quali la depressione e lo stress.
Arrivati a questo punto, sorge spontanea una domanda: ci sarà abbastanza pesce per tutti? Gli autori dello studio The Future of Food from the Sea pensano di sì. Questa analisi è la prima in una serie di 16 pubblicazioni denominata Blue Papers e commissionato dal High Level Panel for a Sustainable Ocean Economy. Il progetto di ricerca vede coinvolti più di 250 esperti a livello globale nella realizzazione di 16 pubblicazioni, volte ad analizzare altrettanti temi centrali alla transizione verso un’economia marittima sostenibile. Gli autori dello studio sostengono che i mari e gli oceani possono giocare un ruolo importante nel garantire una dieta sufficiente, sana e nutriente alla crescente popolazione mondiale, in maniera economicamente e ecologicamente sostenibile.
Oltre al prezioso valore nutrizionale dei prodotti ittici, lo studio evidenzia altre quattro ragioni per cui il contributo degli oceani [1] alla sfida alimentare è cruciale:
Più precisamente, gli autori dell’analisi concludono che, se gestiti in maniera responsabile e sostenibile, gli oceani hanno il potenziale di fornire una quantità di cibo significativamente maggiore all’attuale livello di produzione. Nel migliore degli scenari ipotizzati, la produzione alimentare marittima potrebbe soddisfare fino ai due terzi del fabbisogno di carne stimato per il 2050 dalla FAO. L’aumento della produzione stimato dallo studio The Future of Food from the Sea deriverebbe per lo più dalla crescita del settore della maricoltura, ovvero dell’allevamento di organismi marini al largo o nei pressi della costa.
Come sottolineato nella stessa pubblicazione, la produttività della pesca di cattura è rimasta per lo più costante dagli anni 80 e la crescita nei consumi di di prodotti ittici è stata soddisfatta principalmente dall’espansione dell’acquacoltura, soprattutto quella praticata nell’entroterra, mentre la maricoltura rimane ancora un settore sottosviluppato. La pesca di cattura è fortemente minacciata dallo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, che rischia di ridurne la produttività nel lungo termine. Secondo le stime della FAO, nel 2017 più di un terzo degli stock ittici era sovrasfruttato, in forte crescita rispetto al 10% registrato nel 1974. Questo dato rappresenta un fallimento del target 14.4 dell’Agenda 2030, che mirava a “porre termine alla pesca eccessiva, illegale, non dichiarata e non regolamentata e ai metodi di pesca distruttivi” entro il 2020.
Il cambiamento climatico rappresenta un’altra minaccia imminente per il settore ittico: l’aumento delle temperature medie potrebbe portare ad importanti modifiche nella distribuzione degli stock ittici: il potenziale di cattura potrebbe diminuire fino al 40% nelle aree tropicali, mentre potrebbe aumentare del 30-70% nelle aree a latitude più alta. Le regioni maggiormente colpite sarebbero, pertanto, quelle maggiormente dipendenti dalle risorse marine per il proprio sostentamento alimentare ed economico. Questo rischia di aggravare ulteriormente l’insicurezza alimentare la loro vulnerabilità al cambiamento climatico e di esacerbare le problematiche legate alla malnutrizione.
L’espansione dell’acquacoltura presenta in sé una serie di altre sfide, soprattutto di natura ambientale, che hanno spesso indotto una forte opposizione a questo settore. Alcune delle preoccupazioni più comunemente citate, riconosciute anche dagli autori del report sopracitato, sono:
La limitazione più rilevante degli allevamenti dei pesci carnivori, come salmone e anguille, è che esse richiedono considerevoli quantità di foraggio, come gli allevamenti di animali terrestri. Queste specie vengono spesso nutrite con farine e oli di pesce o da prodotti agricoli di origine animale e vegetale. Oltre a costituire un limite per l’espansione del settore stesso, queste pratiche rischiano di esacerbare le problematiche legate allo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, soprattutto di piccoli pesci foraggio alla base delle catene alimentari di molti ecosistemi marini.
Un’espansione sostenibile del settore della maricoltura non può prescindere dall’identificazione e diffusione di alternative più sostenibili alle attuali pratiche di alimentazione. In assenza di progresso sufficiente su questo fronte, la crescita dell’allevamento di specie che non devono essere alimentate dall’uomo, in particolare i molluschi, potrebbero assumere un ruolo centrale.
Gli ostacoli verso una piena e sostenibile realizzazione del potenziale degli oceani sono considerevoli, sia a livello tecnologico che regolatorio ed economico, ma con le giuste pratiche produttive, una maggiore consapevolezza dei consumatori e politiche efficaci a supporto di entrambe gli oceani potranno contribuire in maniera fondamentale alla sicurezza alimentare, alla salute umane e a quella del Pianeta e ad un’economia più resiliente ed inclusiva.
[1] Lo studio si concentra specificatamente sulla produzione di organismi acquatici in ambiente marino, escludendo perciò l’acquacoltura effettuata nell’entroterra. Visto che l’SDG 14 si focalizza specificatamente sui mari e sugli oceani, il nostro articolo adotta un simile approccio e, pertanto, non affronta direttamente benefici e problematiche legate a questa pratica.
Fonti
Costello, C., L. Cao, S. Gelcich et al. 2019. The Future of Food from the Sea. Washington, DC: World Resources Institute. Available online at www.oceanpanel.org/future-food-sea
FAO. 2020. The State of World Fisheries and Aquaculture 2020 – Sustainability in action. Rome: FAO. https://doi.org/10.4060/ca9229en
FAO (2017) FAO Working for SDG 14 – Healthy oceans for food security, nutrition and resilient communities. Rome: FAO. http://www.fao.org/3/i7298e/i7298e.pdf#page=10
FAO (2018) The State of World Fisheries and Aquaculture 2018 – Meeting the sustainable development goals. Rome: FAO. http://www.fao.org/3/I9540EN/i9540en.pdf
Golden, C., Allison, E., Cheung, W. et al. (2016) Nutrition: Fall in fish catch threatens human health. Nature 534, 317–320. https://doi.org/10.1038/534317a
IOC-UNESCO, “Decennio delle Nazioni Unite delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile”, n.d. https://decenniodelmare.it/decennio/
National Oceanic and Atmospheric Administration (2021) “Why should we care about the ocean?”, National Ocean Service website, 26 febbraio. https://oceanservice.noaa.gov/facts/why-care-about-ocean.html
“Obiettivo 2: Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile” in Nazioni Unite – Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, n.d. https://unric.org/it/obiettivo-2-porre-fine-alla-fame-raggiungere-la-sicurezza-alimentare-migliorare-la-nutrizione-e-promuovere-unagricoltura-sostenibile/
“Obiettivo 3: Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” in Nazioni Unite – Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, n.d. https://unric.org/it/obiettivo-3-assicurare-la-salute-e-il-benessere-per-tutti-e-per-tutte-le-eta/
“Obiettivo 14: Conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile” in Nazioni Unite – Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, n.d. https://unric.org/it/obiettivo-14-conservare-e-utilizzare-in-modo-durevole-gli-oceani-i-mari-e-le-risorse-marine-per-uno-sviluppo-sostenibile/
Slow Food, “Acquacoltura”, n.d. https://www.slowfood.it/cosa-facciamo/slow-fish/loceano-in-pericolo/acquacoltura/
World Health Organization Regional Office for Europe (2019) Health, the global ocean and marine resources, Policy Brief. https://www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0009/404496/SDG-14-policy-brief.pdf