Attraverso le rigorose analisi condotte dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition e dalla Commissione EAT-Lancet, scopriamo come fare di mangiare e produrre in maniera più consapevole possa migliora sia la nostra salute che quella del Pianeta, senza compromessi.
Se doveste scegliere tra la vostra salute e quella della Terra, a quale dareste priorità? Scegliereste di vivere in un corpo sano e forte o di preservare gli ecosistemi naturali intorno a voi?
Per nostra fortuna, non dovremo mai porci questo dilemma. L’articolo di oggi presenta due progetti di ricerca che, adottando un approccio unitario al concetto di salute, dimostrano come agire sulla nostra dieta e sul sistema alimentare che la supporta ci offra l’opportunità di migliorare contemporaneamente la salute dell’umanità e quella del Pianeta, favorendo il progresso verso numerosi degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.
Il primo modello è quello della Doppia Piramide della Salute e del Clima, sviluppato dalla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), che ne ha presentato una versione aggiornata ad aprile 2021.
I ricercatori del BCFN hanno condotto un’ampia revisione della letteratura scientifica internazionale riguardante l’impatto di una varietà alimenti sulla salute umana. In particolare, hanno analizzato l’impatto di tali alimenti sulle malattie cardiovascolari, che costituiscono una delle principali minacce alla salute nella società attuale. I cibi analizzati sono stati classificati in 18 gruppi a seconda delle loro caratteristiche nutrizionali ed, infine, sono stati assegnati ad uno dei 7 sette strati che costituiscono la Piramide, in relazione alla loro frequenza di consumo raccomandata. Partendo dalla base, si incontrano la verdura, la frutta e i cereali integrali, che dovrebbero comparire sulle nostre tavole due volte al giorno; si passa poi agli alimenti che non dovrebbero essere consumati più di una volta al giorno (come yogurt e frutta secca) e a quelli che andrebbero inclusi nella nostra dieta almeno qualche volta alla settimana (come pesce e legumi), fino a giungere agli alimenti che dovrebbero essere mangiati solo occasionalmente (come torte, carni rosse e/o processate).
I ricercatori hanno poi seguito una procedura analoga per valutare l’impatto ambientale degli alimenti. I cibi analizzati sono stati raggruppati nuovamente in 7 strati sovrapposti, questa volta sulla base della loro impronta di carbonio (una stima delle emissioni di gas serra connesse al loro intero ciclo produttivo). Si ottiene così la Piramide del Clima, con alla base gli alimenti con un impatto climatico maggiore e in cima quelli con un impatto minore.
Capovolgendo la Piramide del Clima e accostandola a quella della Salute (come rappresentato nell’immagine sottostante), appare evidente che gli alimenti che contribuiscono maggiormente al cambiamento climatico (ovvero i prodotti di origine animale ed, in particolare, le carni rosse e i latticini) siano anche quelli associati ad un rischio più significativo di malattie cardiovascolari. Pertanto, aumentare il consumo di prodotti nutrienti e di origine vegetale (come frutta, verdura e cereali integrali) avrebbe benefici non solo sulla nostra salute, ma anche su quella del Pianeta.
L’efficacia del modello della Doppia Piramide risiede nella sua capacità di sintetizzare l’ampia letteratura scientifica sull’impatto del sistema alimentare sulla salute umana e sulla stabilità climatica in una rappresentazione grafica di facile utilizzo e interpretazione, ma al contempo caratterizzata da un elevato grado di precisione e affidabilità scientifica.
Inoltre, pur presentando specifiche raccomandazione sulla frequenza e la quantità di consumo ideali per ciascun gruppo alimentare, il modello della Doppia Piramide non prescrive una dieta specifica, ma permette di adattare le sue linee guide ai propri gusti individuali e alle innumerevoli tradizioni culinarie presenti a livello globale. Per sottolineare tale flessibilità e celebrare il valore della diversità culturale, l’edizione 2021 dello studio condotto dalla BCFN propone 7 versioni della Doppia Piramide, ispirate agli alimenti caratteristici e alla cultura di altrettante aree geografiche:
La possibilità di adattare le raccomandazioni prodotte da enti come la Fondazione Barilla alle preferenze e alle necessità delle comunità locali non è importante solamente al fine di rispettarne la diversità culturale e promuovere la conoscenza di nuove alimenti e tradizioni a livello globale, ma altresì per garantire che tali strumenti rispondano alle specifiche condizioni sanitarie e socio-economiche delle stesse.
Questo aspetto è sottolineato dal Report Cibo nell’Antropocene, realizzato da una Commissione di 37 esperti internazionali convenuta dall’organizzazione non-profit EAT e dalla nota rivista scientifica Lancet. Lo scopo della Commissione era quello di definire, con specifici target scientifici, cosa si intenda con l’espressione dieta sana e come questa possa essere garantita alla crescente popolazione mondiale rispettando i limiti naturali del Pianeta Terra.
Seppur il Rapporto sottolinei che, a livello globale, sia necessario raddoppiare il consumo di alimenti sani e di dimezzare invece quello di cibi meno salutari, l’analisi sottolinea anche le grandi disparità attualmente presenti tra le diverse regioni del mondo. Ad esempio, l’America Settentrionale consuma una quantità di carne rossa 6 volte maggiore a quella raccomandata dalla dieta planetaria della Commissione EAT-Lancet; al contrario, l’aumento del consumo di alimenti di origine animale permetterebbe alle popolazioni più vulnerabili, ad esempio in Asia Meridionale o nell’Africa Sub-Sahariana, di soddisfare il proprio bisogno nutritivo.
Un’ultima ma fondamentale forma di disuguaglianza a livello mondiale riguarda l’accessibilità economica ad un regime alimentare sano e sostenibile. Come sottolineato da uno studio dell’International Food Policy Research Institute (IFPRI), seguire la dieta planetaria indicata dalla Commissione EAT-Lancet implicherebbe un forte aumento nel consumo di alimenti nutrienti e sostenibili, ma più costosi (come verdure, frutta, uova, pesce e carne) per le popolazioni più povere, la cui dieta dipende attualmente in maniera sproporzionata da alimenti di base, come tuberi e verdure amidacee (tra cui patate e manioca). Questo regime potrebbe, pertanto, risultare inaccessibile a più di un miliardo e mezzo di persone, a meno che non il loro reddito non cresca, i prezzi sul mercato diminuscano o si intervenga con programmi di assistenza alimentare per i più poveri.
Gli studi della Fondazione Barilla e della Commissione EAT-Lancet dimostrano che trasformare il modo in cui consumiamo e produciamo il nostro cibo abbia il potenziale di apportare enormi benefici non solo per la nostra salute, ma anche per quella del pianeta. Nelle parole della Commissione, “I dati sono sia sufficienti che abbastanza convincenti da giustificare un’azione immediata”. È però fondamentale che i nostri sforzi a tal riguardo siano guidati dal principio dell’inclusività, affinché l’immensa diversità culturale e culinaria che caratterizza la nostra società venga rispettata e valorizzata e tutti possano avere accesso fisico ed economico ad una dieta sana, sostenibile ed in linea con i propri gusti personali e tradizioni.
Fonti
“Doppia Piramide: per connettere cultura alimentare, salute e clima”, in Barilla Centre for Food and Nutrition, n.d. https://www.barillacfn.com/it/divulgazione/doppia_piramide/
Fondazione Barilla Foundation e Unità di Ricerca su Nutrizione, Diabete e Metabolismo (Università Federico II di Napoli) (2021) A one health approach to food, the Double Pyramid connecting food culture, health and climate. https://www.barillacfn.com/m/publications/a-one-health-approach-to-food1.pdf
Willet, W. et al. (2019) “Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems”, Lancet, 393: pp. 447–92. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(18)31788-4
“The EAT-Lancet Commission on Food, Planet, Health”, in EAT Forum, n.d. https://eatforum.org/eat-lancet-commission/
“Who we are”, in EAT Forum, n.d. https://eatforum.org/about/who-we-are/
Hirvonen, K., Bai, Y.,; Headey, D. D. e Masters, W. A. (2020) “Affordability of the EAT–Lancet reference diet: A global analysis”, Lancet Global Health, 8(1): pp. e59-e66. https://doi.org/10.1016/S2214-109X(19)30447-4
Summary Report of the Commission Food in The Anthropocene: the EAT-Lancet Commission on Healthy Diets From Sustainable Food Systems, p. 26. https://eatforum.org/content/uploads/2019/07/EAT-Lancet_Commission_Summary_Report.pdf