Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo, il modello economico all’interno del quale gran parte della società umana aveva vissuto, è cambiato radicalmente. Questo periodo, vissuto all’insegna delle innovazioni, del progresso scientifico e della speranza, ha portato alla nascita dell’economia lineare: un modello economico in cui si utilizzano le risorse naturali senza preoccuparsi della loro effettiva disponibilità nel lungo periodo, ed i rifiuti e i prodotti a fine vita, sono ritenuti materiale inutile. Inoltre, in nessuna fase del processo, dalla produzione al consumo del prodotto, fino allo smaltimento dei rifiuti, si valutano gli impatti ambientali e sociali. Il risultato è un modello basato su interessi puramente economici che, mentre alla fine del XIX secolo poteva avere un senso, adesso dovremmo sforzarci a modificarlo per includere altre componenti al suo interno. Una su tutte, la responsabilità sociale ed ambientale, seguendo i dettami del modello dell’economia sostenibile e circolare.
Nel 2011, il rapporto “Towards a Green Economy – Pathways to Sustainable Development and Poverty Eradication” del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), definisce l’economia sostenibile come quel modello economico in grado di garantire un miglioramento del benessere umano,dell’equità sociale, ed una riduzione dei rischi ambientali e della scarsità ecologica.
Il modello dell’economia circolare si basa su tre azioni chiave: riduzione, riciclo e riutilizzo. Si riducono gli sprechi nell’utilizzo delle risorse e nei consumi, si riciclano i prodotti a fine vita e si riutilizzano gli scarti di un processo come materie prime-secondarie per nuovi cicli di produzione. In questo sistema si ha una crescita economica nel lungo periodo per la quale la società, i dipendenti e l’ambiente, svolgono un ruolo importante e sono esenti da impatti negativi dovuti al sistema economico stesso.
Nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la sostenibilità economica rappresenta uno dei tre pilastri fondamentali dello sviluppo sostenibile, unita alla sostenibilità ambientale e sociale. Dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che compongono l’agenda, gli obiettivi 8, 9 e 12 sono focalizzati sull’economia. Il fine comune dei tre obiettivi, è quello di creare un sistema economico in cui sono attuate pratiche sul lungo periodo che tengano in considerazione gli impatti ambientali e sociali, che considerino il benessere dei dipendenti e che creino un’economia accessibile a tutti, per permettere la soddisfazione dei bisogni di ognuno.
L’obiettivo 12, intitolato “Consumo e produzione responsabili”, fa riferimento proprio alla necessità di applicare dei modelli sostenibili di economia circolare. Lo scopo è quello di creare un sistema economico in equilibrio con l’ambiente, nel quale non si consumino quantità di risorse che superano la disponibilità degli ecosistemi. Allo stesso tempo, si investe su una gestione ecologica dei prodotti chimici e dei rifiuti, si incentiva il riciclaggio e si riducono i sussidi ai combustibili fossili che incoraggiano lo spreco. Inoltre, tenendo conto dello sviluppo e delle capacità e delle caratteristiche di ogni paese coinvolto, si vuole incoraggiare le imprese verso pratiche sostenibili, investendo sulle loro capacità scientifiche e tecnologiche.
L’Obiettivo 9 è stato istituito al fine di promuovere industrializzazione, innovazione e di costruire infrastrutture resistenti. Sostenendo lo sviluppo della tecnologia, della ricerca e dell’innovazione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, si vuole puntare all’adozione di tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente. Un ulteriore risultato prefissato è l’accesso universale ad internet nei paesi meno sviluppati del mondo e l’integrazione nei mercati delle piccole e medie imprese, fornendogli un maggiore accesso ai servizi finanziari e di credito a prezzi accessibili. Tutti questi investimenti in infrastrutture sostenibili e nella ricerca e tecnologia, aumentano la crescita economica e creano posti di lavoro promuovendo la prosperità.
L’Obiettivo 8, invece, ha come scopo principale quello di creare posti di lavoro. Aspira ad una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile. Con questo obiettivo si vuole garantire una piena e produttiva occupazione e un lavoro dignitoso per tutti, anche per i giovani e le persone con disabilità, e la parità di retribuzione per lavori di pari valore. Allo stesso modo, si vuole proteggere i diritti dei lavoratori, compresi i migranti e quelli in lavoro precario, e promuovere la lotta al lavoro forzato, al lavoro minorile, alla schiavitù moderna ed al traffico di esseri umani.
Perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, permetterebbe così di creare un sistema economico in cui la crescita economica è equilibrata nel tempo, rispettosa dell’ambiente e delle risorse naturali ed in grado di assicurare un lavoro dignitoso e diritti a tutti, senza distinzioni.
FONTI
https://www.aics.gov.it/home-ita/settori/obiettivi-di-sviluppo-sostenibile-sdgs/