Chi è il responsabile della crisi climatica? Cosa sta causando i cambiamenti che osserviamo nel clima e nell’ambiente in cui viviamo?
Nel corso dei millenni alcuni eventi naturali hanno influenzato e modificato il clima terrestre. Solo recentemente la scienza ha individuato l’uomo come principale responsabile della crisi climatica contemporanea. Un giudizio che è stato ponderato nel corso dei secoli tra studi scientifici e scetticismo generale.
Già nel 1896 lo scienziato Svante Arrhenius ipotizzò l’influenza da parte delle emissioni antropiche di carbonio sul riscaldamento globale. Ulteriori ricerche furono portate avanti negli anni grazie allo sviluppo della scienza e della tecnologia, ma lo scetticismo è sempre rimasto forte anche a causa dell’incertezza dei dati ottenuti. Fu solo negli anni 50 che l’ipotesi di Arrhenius iniziò ad essere considerata con serietà e nel 1988 fu fondato il Pannello Intergovernativo per il Cambiamento Climatico (IPCC). L’ IPCC coinvolge professionisti di vari settori con lo scopo di raccogliere dati scientifici sul cambiamento climatico, definire cause e conseguenze e creare dei modelli di possibili scenari futuri.
Lo scetticismo iniziale nell’attribuire le responsabilità della crisi climatica all’uomo era basato sulla presenza di fenomeni naturali. Una variabile che influenza il clima da sempre.
Vediamo quali sono:
· Eruzioni vulcaniche: eruttando i vulcani rilasciano nell’atmosfera terrestre anidride carbonica, aerosol, ceneri, polveri, ossido di zolfo e a volte anche batteri, virus e cristalli di sali. L’aerosol che viene rilasciato riflette la radiazione solare con un conseguente effetto di raffreddamento.
· Variazioni nella radiazione solare: il quantitativo di energia emessa dal sole varia nel tempo circa ogni 11 anni. Nei periodi di elevata attività solare, sulla Terra si verifica un aumento di radiazione solare ricevuta con conseguente innalzamento della temperatura atmosferica.
· Movimenti delle placche tettoniche: le placche tettoniche sono le zone in cui è suddivisa la crosta terrestre. I loro movimenti e scontri causano eventi come le attività sismiche e sono in grado di generare dei cambiamenti nella circolazione delle correnti aeree e delle acque oceaniche e di conseguenza dei cambiamenti nel clima dei continenti.
· Oscillazioni del Niño del Sud (ENSO): ENSO è un fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque nell’area tropicale dell’Oceano Pacifico tra dicembre e gennaio. A questo fenomeno si associa e si contrappone il fenomeno de “La Niña”, responsabile del raffreddamento. Insieme sono in grado di modificare le circolazioni delle correnti oceaniche e dei venti e le relative precipitazioni su scala locale e globale.
· Teoria di Milanković: l’intensità e la distribuzione della radiazione solare che arriva sulla superficie terrestre varia in base alla posizione Terra in relazione al Sole. Ogni 100 mila anni cambia l’orbita terrestre attorno al Sole, mentre ogni 41 mila anni si hanno delle leggere modifiche nell’inclinazione dell’asse terrestre e, nella direzione dello stesso asse, ogni 23 mila anni. A queste variazioni si associano così periodi di maggiore o minore radiazione solare ricevuta dalla Terra e variazioni nella sua temperatura atmosferica.
Nel corso della storia della Terra, tutti questi fenomeni hanno causato cambiamenti climatici con periodi di glaciazioni ed inter-glaciazioni. Verrebbe così spontaneo pensare che anche il surriscaldamento globale contemporaneo sia connesso a questi eventi, ma la scienza dimostra che non è così.
Sappiamo che l’anidride carbonica ed i gas ad effetto serra intrappolano calore nell’atmosfera. Sappiamo anche che, a partire dalla rivoluzione industriale, l’uomo ha iniziato a produrre in modo incontrollato grandi quantità di questi gas. Entità tale che il sistema naturale terrestre non è in grado di smaltire e che rimangono nell’atmosfera incrementando la quantità di calore intrappolato. Esiste una forte correlazione tra l’aumento di concentrazione dei gas ad effetto serra e l’incremento della temperatura atmosferica.
Come mostrato nel grafico sottostante, gli aumenti recenti di concentrazione di anidride carbonica sono troppo veloci ed in periodi temporali troppo brevi, rispetto alle variazioni precedenti. Le concentrazioni di CO2 stanno aumentando per cause antropiche con una velocità maggiore di 250 volte rispetto all’ultima era glaciale, dovuta per cause naturali.
Allo stesso modo, non si può attribuire il riscaldamento globale attuale ad una maggiore attività solare. Come mostrato nel grafico sottostante, l’attività solare e la temperatura terrestre hanno un andamento opposto. La prima diminuisce, la seconda aumenta.
Tutti i dati sul clima delle ere antecedenti la rivoluzione industriale sono ottenute dallo studio degli archivi paleoclimatici: strati di rocce sedimentarie, anelli degli alberi, sedimenti oceanici, coralli e carote di ghiaccio che sono in grado di conservare tracce dei cambiamenti climatici delle ere passate. Da questi archivi si ricavano dati che mostrano la correlazione tra gas ad effetto serra e temperatura atmosferica, e da come siano stati alterati da cause naturali. Confrontando questi dati con quelli ottenuti dagli strumenti per l’età moderna, gli scienziati possono avere un quadro generale più accurato in relazione al loro andamento negli anni.
Alla base di questi cambiamenti ci sono delle attività umane:
· La combustione di carbone, gas e petrolio che producono anidride carbonica ed ossido di azoto. Il 73% dell’inquinamento mondiale è generato dal consumo di energia. Il settore energetico comprende trasporti, elettricità, riscaldamenti, costruzione di edifici e di infrastrutture e combustioni varie di carburanti.
· La deforestazione: il taglio incontrollato degli alberi per ottenere legname, terreno coltivabile o per infrastrutture. Contribuisce dello 6.5% all’inquinamento e priva il sistema ambientale di strutture fondamentali per l’ecosistema terrestre ed in grado di assorbire anidride carbonica.
· L’allevamento intensivo: è responsabile del 14.5% delle emissioni mondiali. Sia per i terreni che devono essere sfruttati per produrre mangime, sia come gas metano prodotto dagli animali stessi.
· I fertilizzanti agricoli con nitrogeni.
· Gas fluorurati, detti anche gas refrigeranti utilizzati nei sistemi frigoriferi e dei dei condizionatori d’aria. Attualmente l’utilizzo di alcune di queste sostanze è vietato secondo il protocollo di Montreal del 1994, essendo gas responsabili dell’alterazione dello strato di ozono atmosferico.
È facile comprendere come sia necessario un cambiamento forte e deciso nei settori industriali e produttivi e nei nostri stili di vita per far fronte alla crisi climatica che stiamo affrontando. Così come le nostre abitudini ed attività economiche degli anni passati hanno causato la crisi climatica, adesso dovrebbero essere adattate per poterla risolvere a nostro stesso beneficio.
FONTI
https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_climate_change_science
http://www.ces.fau.edu/nasa/module-4/causes-2.php
https://www.climaterealityproject.org/blog/how-do-we-know-humans-are-causing-climate-change-0
https://climate.nasa.gov/evidence/
https://ec.europa.eu/clima/change/causes_en
https://www.wri.org/blog/2020/02/greenhouse-gas-emissions-by-country-sector